Descrizione
La notte laboriosa di un professore universitario, esperto di numeri tabelle e percentuali, viene sconvolta dal trovare tra le sue carte un insieme di fogli disordinati, dove sono abbozzati lirici resoconti di vita di donne e uomini impegnati a sostenere le fatiche del lavoro, che inevitabilmente si esprimono nella dichiarazione del godere e del soffrire il loro essere amalgamate ai giorni comuni e ripetuti, e alle trame dei legami affettivi.
Il mansionario che così si delinea è dunque il resoconto di un’epoca dura, del modo di sostenere la difficoltà del particolare presente, che reiterate e fredde definizioni sociologiche tendono a normalizzare, così come dell’universale racchiuso nelle istituzioni, realizzazioni consolatorie che si alimentano d’una necessaria violenza. Ma è anche il tentativo di un recupero sognante di una dimensione possibile dell’organizzazione umana, una dimensione che le parole (contenitori sonori del pensiero e delle emozioni dell’uomo) costruiscono incessantemente per dare vita al sentimento di essere al mondo, e per tollerare l’ordine implacabile che la direzione del lavoro dell’universo impone.
È infine la storia di un parricidio, ossia dell’amorosa compiacenza che tra carnefice e vittima realizza un incruento atto simbolico, rito di fondazione e di passaggio sempre necessario per pensare e rendere fruttuoso il futuro.
Eugenio Tescione è psicoterapeuta di formazione psicoanalitica. Tra le sue pubblicazioni recenti ci sono saggi, editi in volumi e in riviste di settore, che abbracciano argomenti specialistici della psicoanalisi e sue relazioni con l’interpretazione delle opere d’arte. Suoi scritti sono apparsi anche in riviste letterarie. Questa è la sua prima opera narrativa. Vive a Caserta.