Descrizione
Stampato su carte pregiate in soli 64 esemplari numerati e rilegato a mano, il volume si caratterizza come libro d’artista e oggetto da collezione che affianca al contenuto iconografico il piacere delle sensazioni materiche e della fattura artigianale.
Nino Longobardi, artista visivo di fama internazionale, interpreta il capolavoro di Collodi scrivendo un libro muto, un libro cioè fatto di sole immagini, che ci richiama alla mente il Mutus liber di Altus, trattato di alchimia pubblicato nel XVII secolo che affidava l’esposizione dei contenuti alle tavole illustrative. Se la fiaba di Collodi è un viaggio rituale di morte e di rinascita, la trascrizione di Longobardi la suddivide nei suoi caratteri essenziali. Sei infatti sono i capitoli del suo Libro Muto: il viaggio, lo specchio, l’animale, la morte, l’eros e l’uomo. Attraversando le regioni del bene e del male (il viaggio) e confrontandosi ripetutamente con se stesso (lo specchio) e con le sue proprie pulsioni (l’animale, la morte e l’eros), Pinocchio conquista finalmente la sua identità di uomo che rinasce alla vita.
“Longobardi-Pinocchio scrive la sua favola. E come ogni fiaba – afferma Enzo Battarra nella prefazione – è storia di amore e morte, di dolore e passione. È favola, ma somiglia maledettamente alla vita.
Nino Longobardi nasce a Napoli nel 1953. Si forma a contatto con artisti e critici come Carlo Alfano, Joseph Beuys, Filiberto Menna e Achille Bonito Oliva. Decisivo è l’incontro con Lucio Amelio nel 1968, con il quale inizia un sodalizio artistico e umano che durerà fino alla morte del gallerista. Dopo la prima mostra nel 1978 allo studio di Gianni Pisani, nel 1979 Nino Longobardi espone nella galleria di Lucio Amelio in piazza dei Martiri a Napoli e poi in numerose e prestigiose mostre personali e collettive. La sua ricerca si esprime attraverso un tratto essenziale e rigoroso, utilizzando diverse tecniche – dal disegno alla pittura e alla scultura, pensata anche come soluzione installativa – per far emergere forme, come la figura umana, che galleggiano sospese nelle dolorose contraddizioni della Storia e della Natura.
Tra le numerose esposizioni, si ricordano le principali: Galleria Lucio Amelio, Napoli 1979, 1980, 1983; Galleria Marilena Bonomo, Bari 1979; Centre d’Art Contemporain, Ginevra 1980; The Mezzanine Gallery, The Metropolitan Museum of Art, New York 1983; Staatliche Museen, Nationalgalerie, Berlino 1986; Galerie Bugdahn & Szeimies, Düsseldorf 1987; Torre del Lebbroso, Aosta 1988; Galleria Gariboldi, Milano 1989; Galleria Patricia Asbaek, Copenhagen 1991; Galleria d’Arte Maggiore, Bologna 1992, 1999; Istituto Francese di Napoli “Grenoble”, Napoli 1993, 1995; Pièce Unique, Parigi 1994; Galleria Il Ponte, Roma 1995; Galleria Scognamiglio & Teano, Napoli 1996; Palazzo Reale, Milano 1998; Castel Nuovo, Napoli 1999; Galleria Civica, Modena 2000; Museo Archeologico Nazionale di Napoli, 2001; Museo di Capodimonte, Napoli 2013; Foro Romano e Palatino, Roma 2013; Padiglione Italia, LVI Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, 2015; Galleria Il Ponte, Roma 2017; Reggia di Caserta, 2023.